L’ultima cavalcata di Aogàn

400 piedi circa separavano Aogàn Gotesund da suo “zio” Omer mentre spronava il cavallo sulla banchina del porto recante i segni della battaglia. Una distanza che sembrava interminabile, il tempo scorreva al rallentatore per il capofamiglia Gotesund.

Tale era la sua concentrazione che i rumori della battaglia in città erano quasi scomparsi. Quanto poteva resistere suo “zio” da solo contro quell’imponente creatura?

Se fosse fuggito sarebbe morto subito, affrontarlo invece gli avrebbe dato qualche istante in più di vita, il tempismo era fondamentale, se fosse arrivato là prima che il drago nero desse il colpo di grazia a suo zio, forse vi sarebbe stata qualche speranza.

  • 300 piedi… I suoi uomini lo stavano seguento ad una trentina di piedi di distanza, forse qualche altra guardia sarebbe intervenuta rinvigorita dall’epica battaglia.. forse…
  • 200 piedi, suo zio era sanguinante con una gamba malandata, non avrebbe più potuto schivare gli affondi del drago.
  • Aogàn urlò con tutto il fiato che aveva in corpo per attirare l’attenzione del drago, ma l’orrenda creatura calò il suo morso acido su Omer.
  • 100 piedi, in piedi sulle staffe del cavallo pregava Odino puntando la lancia verso il corpo del drago, sperando di fare presto.
  • 50 piedi, suo “zio” dopo esser stato più volte sbattuto al suolo, veniva sputato nel porto accompagnato da una nuvola di acido.
  • 30 piedi, il drago nero si volse verso di lui, il drago era ferito ad un’ala, aveva il volto sanguinante e ferito, aveva varie altre ferite sul collo e poi soffiò!

Il destriero nero di Aogàn rimase senza le zampe anteriori e rotolò morto sulla banchina, mentre Aogàn veniva proiettato con la lancia verso il pettò del drago che centrò in pieno spezzando la punta.

Aogàn finì sotto al drago ma non fece in tempo ne a spostarsi ne ad estrarre la spada poichè il drago sanguinante e straziato dal dolore gli cadde addosso schiacciandolo con tutta la sua massa.

Aogàn era ancora vivo ma sentiva che la fine doveva essere vicina, un forte dolore alla schiena, le gambe intorpidite e il braccio che non sentiva più.
Il Drago si alzò a fronteggiare i cavalieri dei Gotesund ed ingaggiò con loro una furente battaglia.

Aogàn fu nuovamente schiacciato da una zampa del drago che oramai ignorava la sua esistenza e colpito da qualcosa rotolò giù dalla banchina andando a picco sul fondo del porto come un peso morto.