Lettera di un padre disperato

All’ultimo piano della casa infestata, gli avventurieri trovano un altro pezzo di puzzle che ricostruisce l’intricata vicenda familiare della famiglia Durst con i Preti di Osybus.
Dietro ad un quadro raffigurante le radici di un albero ed alcuni contenitori dall’inquietante contenuto, trovano una lettera scritta da Gustav. La lettera è indirizzata ai suoi figli, nella speranza che possano in futuro completare la sua impresa. I suoi figli purtroppo o fortunatamente sono deceduti e forse il suo sinistro piano di reincarnazione non si completerà mai.
La lettera sembra contraddire alcuni passaggi raccontati in un altro diario scovato nei sotterranei. In altri punti invece, la lettera cela la scioccante verità sulla moglie Elisabeth. Forse un tentativo di edulcorare i suoi fini e nascondere la verità ai figli oppure solo frutto della sua pazzia.
Ecco la lettera, qui riportata integralmente:

Ai miei figli Rosavalda e Thornboldt

Figli miei, so che non capirete subito questa lettera.
Vi devo confessare che non sono sempre stato nè il padre nè il marito premuroso per cui mi ricordate.

Ho studiato a lungo le arti alchemiche per il solo diletto di compiacere il mio signore ed ottenere da lui il dono dell’immortalità. Dopo anni di vani tentativi, dopo aver acquistato e letto i libri dei più grandi ciarlatani, ero caduto nello sconforto e nella depressione.

Trovai conforto non tra le braccia di vostra madre, ma di Clara, che voi conoscete bene. Il peccato commesso dette alla luce un bimbo. Vostra madre Elisabeth non accettò tale figlio e mi assunsi la responsabilità di consegnarlo alle mugnaie.

Walter però non era un bimbo come tutti gli altri, aveva qualcosa che mi sconvolse fin da i suoi primi giorni di vita. Capiva tutto ciò che dicevo e con brevi cenni del capo rispondeva a domande complesse. Decisi di tenere il bimbo e di assumermi la responsabilità della paternità.

Walter mi condusse in luoghi alchemici inarrivabili e grazie a lui riuscii ad ottenere i primi risultati. Vostro fratello, ne sono convinto, era l’incarnazione di un potente alchimista. Purtroppo vostra madre non credeva alle mie parole ed iniziò ad odiare mio figlio più di ogni altra cosa. Soffocò Walter nella sua culla. Per la disperazione Clara si gettò dalla balconata e morì sul colpo. Io e vostra madre iniziammo a non parlarci più.

Mi dedicai anima e corpo alla sua risurrezione. Con i preti di Osybus riuscimmo a far rivivere la materia morta. Pochi giorni fa provai a far rivivere Walter.
Non vi riuscii. Il procedimento era sbagliato, non avevo tenuto conto del peso degli elementi. L’
ordine corretto penso sia quello rappresentato nel quadro. Nacque un abominio che non era Walter ma decidemmo di tenerlo in vita poiché era il nostro primo e più grande successo.
Purtroppo la creatura ha sempre più fame e dobbiamo placare in qualche modo il suo appetito attirando visitatori ignari nel seminterrato.

Se la mia vita terminasse, lascio a voi il compito di proseguire i miei studi e di realizzare l’irrealizzabile. La risurrezione del corpo senza intervento divino.
Walter saprà ricompensarvi, ne sono certo.

GUSTAV DURST