Assalto al porto Githyanki

Dopo una furente battaglia, la nave Githyanki è stata conquistata.

Interrogando i prigionieri ed estrapolando informazioni dal diario del capitano gith, i guerrieri dell’alba e il cardinale Berthorn pianificano la prossima mossa: catturare la nave carico Githyanki che scarica i materiali inerti dal porto gith e con le due navi in possesso, cariche di paladini, assaltare il porto githyanki sotto alle nubi del caos elementale.

Il piano di assalto prevedeva molte possibilità, ma il vero pericolo era rappresentato dalla mancanza di magia arcana e divina in prossimità della guglia. In caso di eccessiva resistenza dei difensori, l’assalto si sarebbe tramutato in una carneficina senza pozioni magiche funzionanti e poteri di cura.

L’indomani, senza indugio, sia la Kagyar I che la Mahlhevik che la nave militare githyanki carica di paladini partirono per la guglia con lo scopo di catturare la nave trasporto nominata più sopra.
La dea bendata spesso rivolta verso altri lidi, in questa occasione volse lo sguardo verso i coraggiosi avventurieri e catturare la seconda nave nemica fu più facile del previsto.
Con le due navi a “trazione” psionica cariche di chierici e paladini iniziò la lunga ascesa della guglia fino al porto Githyanki.

La dea bendata continuò a guardare verso gli avventurieri e l’assalto al porto andò come pianificato: gli schiavi furono liberati e i difensori catturati, tutti tranne una trentina di nemici e Tarvas.

Infatti il nemico più temuto non era presente. Dalle informazioni fornite dagli schiavi, Tarvas stava scalando la guglia internamente accompagnato da un cospicuo numero di guerrieri e schiavi.
Nel frattempo uno strano fenomeno si stava manifestando in Amnesia. I poteri magici della gnoma non erano influenzati dalla mancanza di magia.